“Se io volessi leggere le vostre labbra, se voi poteste leggere le mie mani. Se!”
Il mio risveglio è sancito da una forte luce intermittente che annuncia l’inizio della mia giornata. Faticosamente mi alzo dal letto, i miei piedi sul pavimento si ghiacciano all’istante… mi lavo in fretta, l’acqua fredda scivola sul mio viso come la lama di un rasoio, l’acqua è gelida, il dentifricio ha il sapore fresco della menta… mi pizzica la lingua, ma poi il profumo intenso del caffè che proviene dalla cucina mi spinge fuori dal bagno.
Sorseggio lentamente e assaporo il caffè che caldo mi scivola lentamente in gola e la fragranza dolciastra profumata delle brioche, mi fa venire l’acquolina in bocca.
Mi vesto in fretta sono in ritardo, veloce balzo in macchina… le vibrazioni del motore mi fanno il solletico le sento nel mio corpo ed è una bella sensazione parto veloce con il mio cambio automatico.
Ecco! La mia giornata ha inizio, sul mio posto di lavoro, i miei colleghi sono già alla macchinetta del caffè, parlottano fra di loro e ridono, forse si raccontano le avventure del passato weekend, li guardo, sorrido, vorrei urlare… voglio capire anch’io, ma la voce non mi esce, riesco solo a sorridere e fare gesti di saluto con la mano.
Ma di cosa staranno parlando? Lisa ha una faccia seria e preoccupata parla in disparte con una collega… cosa le sarà successo? Vedo le loro labbra rossastre e umide muoversi frenetiche, scandiscono frasi a me incomprensibili… parole che scivolano veloci di cui mi sfugge il significato, vorrei capire, vorrei sapere, vorrei dire piano … parlate lentamente parlate più lentamente non vi capisco… le parole corrono come un treno in corsa quando guardo fuori dal finestrino, scorrono veloci, ma faccio finta di nulla, con un sorriso di circostanza dico qualche battuta scherzosa, ma ho la sensazione che qualcuno di loro stia facendo qualche commento su di me, mi guardano… poi Marco mi sorride e mi chiede come va? Il suo sguardo mi rincuora, ma poi Marco se ne va.
Io vorrei chiedere, sapere, capire di cosa stanno parlando, voglio capire! Vorrei gridare: “Io non sento, ma la vostra mente è sorda! Possibile che non capiate che cosa significa nascere e vivere da sordo? È inutile spiegarvi se non volete capire.”
Avete mai provato a vivere in un collegio o in un istituto per sordi, a prendere le botte dai preti, perché era proibito usare la lingua dei segni?
Voi che non conoscete la lingua dei segni LIS, avete mai provato ad essere l’unico udente insieme a mille sordi che parlano con la lingua dei segni e voi non la conoscete?
Con voi mi sembra di essere in un film a colori senza audio, senza musica, senza parole.
Noi sordi abbiamo un diverso modo di comunicare, non basta saper leggere le labbra per capire, poiché il movimento delle labbra è uguale per alcune parole, con significati diversi: “detto, tetto, sesso” molte parole possono essere equivocate. Io sono un sordo segnante, conosco la LIS, Lingua dei Segni Italiana, quella Internazionale.
Quando voi mi parlate, immaginate dei sub che parlano sott’acqua, la voce non si sente, sembra di essere in un acquario, come pesci che boccheggiano.
Sono sordo, ma se volete vi aiuto a capirmi… se io volessi leggere le vostre labbra, se voi poteste leggere le mie mani! Se!
Penso tutto questo mentre guardo i miei colleghi di lavoro e non dico nulla.”
Edoardo Brioschi